martedì 14 giugno 2011

SARONNO, Referendum: 56% - L'orgoglio di essere saronnese

Quasi 17.000 saronnesi hanno risposto alla consultazione referendaria, il 56% per la precisione. Uno dei valori più alti dell’intera provincia!

Oltre all’impegno dell’Italia dei Valori tutta, è stato prezioso il contributo del comitato acqua, delle tante associazioni ambientaliste e di singoli cittadini, perché ha permesso agli italiani di potersi presentare alle urne con tutte le informazioni necessarie sui quattro quesiti per i quali si è votato.

Il voto di domenica e lunedì appartiene a tutti gli italiani e il raggiungimento del quorum a Saronno è esclusiva vittoria dei saronnesi e non avrà mai un cappello partitico, anche se ci tengo a esaltare che il 95% degli italiani ha espresso completa contrarietà alle leggi ad personam di cui questo Governo di centro-destra si è reso autore.

Riguardo ai quesiti di questo referendum voglio cercare di rivolgermi a chi ha o avrebbe votato no, cercando di rispondere al meglio ai vari dubbi.

A chi pensa che la soluzione per migliorare il sistema idrico sia la privatizzazione forzata, pongo l’osservazione:

Quanto avrebbero pagato i privati per acquisire le infrastrutture idriche per il quale vigeva un obbligo di vendita?

Da dove li avrebbero ricavati i privati 60 miliardi (stimati da Ronchi) per risanare l'intero circuito idrico?

Semplicemente dall’aumento della bolletta pagata dai cittadini, aggiungendoci un bel guadagno del MINIMO 7% per la società privata, che avrebbe inoltre la discrezione delle tariffe da applicare. Tutto ovviamente pagato sempre da noi.

Probabilmente basterebbe che lo Stato decidesse di investire sulla risorsa idrica e ci risparmieremmo noi molto più del 7%.
Non si può pensare di forzare la privatizzazione della gestione dell'acqua, perché credo giusto lasciare al sindaco/amministrazione il valutare se mantenere pubblica la gestione o no e prendersi così le giuste responsabilità istituzionali. Ovviamente il responsabile di ogni disservizio sarà l'amministrazione stessa e il cittadino potrà cambiarla votando.

Al contrario, come possiamo notare nella vita di ogni giorno, il disservizio causato da un privato non permette di poter intervenire facilmente a tutela dei consumatori.
Il Governo si dovrebbe preoccupare di fare leggi che migliorino l’efficienza della gestione pubblica dei beni comuni e non di spacciare per pensiero liberale lo svendere sottocosto la gestione di beni comuni e fondamentali.

A chi ancora crede che l’aver rinunciato alle centrali nucleari sia un’occasione persa, rispondo:

Chi avrebbe pagato la costruzione delle centrali nucleari in Italia e lo smaltimento delle conseguenti scorie radioattive, per non parlare della futura dismissione delle centrali obsolete? Gli investimenti stimati da questo governo erano di 32 MILIARDI DI EURO, riferite solo alla costruzione delle centrali e senza considerare lo smaltimento scorie.

Ovviamente si sarebbero usati soldi pubblici.

Ci hanno raccontato che la bolletta sarebbe costata meno. Affermazione, ad essere benevoli, quanto meno furba.

Cambiava solo il capitolo di spesa dal quale prelevare, passando dalla bolletta alle tasse statali. Parliamo sempre di soldi degli italiani.
Perchè ora non investire quei 32 MILIARDI di euro sulle energie rinnovabili e sull'efficienza energetica? Forse perchè a guadagnarci sarebbero solo le tasche degli italiani?

Nel frattempo l’attuale Governo rischia di convincermi che la privatizzazione sia diventata ormai una "moda" orientata a nascondere l'incapacità dei politici nel trovare soluzioni ai problemi di gestione dei vari settori di utilità pubblica. Sta diventando più comodo svendere le proprietà pubbliche e alleggerirsi di responsabilità istituzionali che cambiare ministri e politici.

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